MICROBIOTA VAGINALE E RISCHIO DI PARTO PRETERMINE

PARTO PRETERMINE E RISCHI CONSEGUENTI

Secondo quanto emerso dal rapporto “Born too soon: the global action report on preterm birth”, pubblicato a maggio 2012 dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ogni anno nel mondo nascono 15 milioni di bambini prematuri, che tradotto significa 1 nascita pretermine ogni 10.

Ciò che è peggio è che oltre un milione di questi neonati purtroppo non riesce a sopravvivere alle complicazioni legate al parto pretermine. Il tasso di mortalità si aggira attorno al 10% ed è confermato anche a livello nazionale dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) sulla base di dati raccolti nel 2017.

Altre statistiche più recenti ci indicano che i parti pretermine rappresentano un fenomeno in crescita. Ma quando un parto può essere definito pretermine, o prematuro?

Sostanzialmente quando il travaglio ha luogo tra la 20esima e la 37esima settimana di gestazione, fatto salvo che la durata della maggior parte delle gravidanze è di circa 40 settimane.

Tendenzialmente più il parto avviene con anticipo maggiore è per il neonato il rischio di non sopravvivere alle complicazioni o di riportare disabilità permanenti a livello fisico e/o neurologico.

Le complicanze a breve termine per i neonati prematuri possono comprendere problematiche respiratorie, cardiache, neurologiche, metaboliche, ma anche malattie sanguigne o malattie intestinali (tra cui l’enterocolite necrotizzante).

Tra le complicanze a lungo termine del parto prematuro, quelle cioè che possono comparire a distanza di settimane, mesi, o addirittura anni dalla nascita, si elencano:

  • Paralisi cerebrale infantile.
  • Ridotte abilità cognitive
  • Problemi di vista
  • Problemi d’udito
  • Problemi dentali
  • Problemi comportamentali e psicologici quali depressione, senso di ansia, sindrome da deficit di attenzione, iperattività e difficoltà nell’interagire con i coetanei.
  • Problemi di salute cronici, come asma e varie manifestazioni allergiche.

 

CORRELAZIONI TRA MICROBIOTA E PARTO PRETERMINE

Le cause di parto pretermine possono essere multifattoriali. Secondo la ricerca scientifica più recente, la relazione tra la composizione della flora batterica vaginale (microbiota vaginale) e il rischio di parto pretermine è un fattore che non può più essere trascurato.

Sempre più numerosi gli studi che documentano che un microbiota vaginale dominato dalla presenza di lattobacilli è in grado di esercitare un’azione positiva per la salute locale e generale. Un’appropriata concentrazione di lattobacilli, infatti, favorisce la corretta acidità del microambiente vaginale e si associa a una minore insorgenza di infezioni vaginali, una delle principali cause note e accertate di parto pretermine.

Si stima che nel 25-40% dei casi il parto prematuro abbia una causa infettiva.

Le infezioni vaginali, per diffusione di agenti infettivi per via ascendente, sono peraltro direttamente correlabili alla PPROM (Preterm Premature Rupture of Membranes) la quale consiste in una lacerazione del sacco amniotico prima dell’inizio del travaglio che si verifica prima delle 37 settimane di gestazione, quindi in anticipo rispetto ad una completa maturazione del feto, e sta all’origine di quasi un terzo di tutti i casi di parto prematuro.

CRISPATUS: IL LATTOBACILLO PIÙ PROTETTIVO DAL RISCHIO DI PARTO PRETERMINE

In una review e meta-analisi* pubblicata su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, nel 2022, è stata analizzata la letteratura scientifica mondiale sull’argomento “microbiota vaginale e parto pretermine” al fine di fare chiarezza riguardo se e quanto la presenza o meno di lattobacilli potesse influenzare la tempistica del parto e valutare la possibilità di identificare la specie di Lactobacillus più protettiva rispetto al rischio di incorrere in un parto prematuro.

La meta-analisi ha incluso 17 studi, per un totale di più di 2.500 nascite analizzate, delle quali 570 pretermine.

In base ai dati presi in esame le review conclude che la composizione del microbiota vaginale è predittiva rispetto al rischio di parto pretermine, dal momento che una scarsa presenza di lattobacilli nell’ambiente vaginale correla a un più elevato rischio di parto prematuro, mentre la dominanza di Lactobacillus crispatus al più basso dei rischi evidenziando come la specie L. crispatus sia di fatto protettiva verso il mantenimento di un parto oltre la 37esima settimana di gestazione.

Nel dettaglio, la dominanza di Lactobacillus crispatus diminuisce del 40% in media la possibilità di avere parto pretermine, rispetto alla situazione di scarsa presenza di lattobacilli nel microbiota vaginale. 

*Gudnadottir U, Debelius JW, Du J, Hugerth LW, Danielsson H, Schuppe-Koistinen I, Fransson E, Brusselaers N. The vaginal microbiome and the risk of preterm birth: a systematic review and network meta-analysis. Sci Rep. 2022 May 13;12(1):7926. doi: 10.1038/s41598-022-12007-9. PMID: 35562576; PMCID: PMC9106729.